Spunti e idee

Storie incredibili e segreti svelati

Un regalo per un bambino spaventato

Roberta era una mamma adottiva, il suo bambino era stato abbandonato due volte dalla madre “di pancia” che lui ricordava ancora.

Era un bambino arrabbiato e impaurito da tutto. Sono stata contattata da Roberta per realizzare, assieme a lei, qualcosa di speciale che lo aiutasse ad avere un po’ meno paura e un po’ più di fiducia, in se stesso e verso gli altri.

Imparando a conoscere il bambino

Partii dal principio: chiesi ai genitori di parlarmi delle cose che tanto spaventavano il piccolo, e ce n’erano davvero tante: temeva i tuoni, il buio, l’acqua, la strada, i cani, non si fidava di nessuno. Non si allontanava mai più di un metro per paura di restare solo. Amava però guardarsi nelle fotografie, e adorava la pioggia: l’avrebbe guardata per ore. Una volta che l’idea del protagonista del libro iniziò ad essere chiara, mi addentrai nella stesura del racconto.

Un racconto fantastico

Come gli studi sulla letteratura per l’infanzia insegnano, in un racconto è utile che il bambino sia accompagnato da un altro protagonista in cui immedesimarsi senza viverne le tensioni. A maggior ragione in questo caso, dove il bimbo della storia avrebbe avuto proprio l’aspetto di quello vero, e le sue stesse paure: non volevamo certo strappargliele, sarebbe stata una violenza. La paura ha un suo senso, e un suo valore.

Il desiderio era quello di fargli vivere un’avventura in cui le cose temute assumessero un’aria innocua, avvicinabile almeno dall’altro personaggio. Descrivemmo il co-protagonista come una figura opposta a lui: un ippopotamo pesante ma leggero di spirito, avventuroso e saggio, buffo ma paziente. Pensammo a illustrazioni nette, colorate, vivaci.

Durante l’avventura facemmo incontrare ai protagonisti alcune lettere dell’alfabeto: A come Ascoltare, perché il bimbo cominciasse questo viaggio con la meraviglia di sentire i mille piccoli suoni del mondo. Sentì, ad esempio, due nuvole litigare perché una voleva che stessero sempre unite come in un temporale mentre l’altra aveva voglia di stare un po’ sola per ascoltare la vocina che aveva dentro.

I due si imbatterono poi nel Cane (con la coda a forma di C) che raccontò che anche lui, spesso, aveva tanta paura di restare solo.

A un tratto ecco un muro che impediva il passaggio: un varco a forma di O, come Oscurità, chiudeva loro il passaggio. Bisognava passarci dentro!
Nonostante la paura l’ippopotamo le fece il solletico, e appena l’Oscurità si mise a ridere ecco che dal tunnel scuro venne fuori una farfalla colorata che fece loro tante feste: a tutti piace avere degli amici, persino al buio.

Al termine del viaggio i due protagonisti poterono finalmente guardare la pioggia, pipì di nuvola. Il libro si concludeva con l’augurio di mamma e papà: a volte ci si può fermare, a volte si può andare un po’ avanti “un passo alla volta, piano piano”, come recitava la filastrocca finale.

Un amico a forma di libro

Il bambino non era un tipo che amava le letture ma ha chiesto tante volte che questo libro gli fosse letto: amava, e siamo sicuri che ami tuttora, vedere se stesso vivere questo viaggio in compagnia di tanti personaggi colorati tra le pagine.

Leave a Reply