Spunti e idee

Storie incredibili e segreti svelati

Autobiografia: come evitare una denuncia

Di Giuseppina Ibba


In un racconto ispirato alla realtà, come l’autobiografia, è inevitabile che i personaggi siano persone vere che hanno fatto parte della vita del protagonista, il mio cliente.

Quando una persona mi chiede di scrivere una di queste storie, uso molta accortezza.

Se il libro mi è stato chiesto per il gusto di averlo, destinato a stare sul camino di casa, i problemi ovviamente sono trascurabili.
Ma se il cliente intende pubblicare la storia, consiglio di stare attento a quello che dirà e alle persone di cui parlerà (o meglio mi farà parlare, visto che sono io a scrivere concretamente la sua vicenda).

Sconsiglio di fare nomi veri, come si può immaginare. Se infatti uno può essere anche contento di apparire in un libro, finché si parla bene di lui, non è detto che se ne stia buono buono nel caso in cui – ed è probabile, perché nessuno è perfetto – se ne delinei anche qualche ombra o, peggio, veri e propri peccati.

Come raccontare la propria autobiografia senza dire che il tuo ex marito ti ha tradito con la collega?
Basta cambiare i nomi?
Direi di no, perché una denuncia per diffamazione o violazione della privacy può arrivare anche da chi si riconosce in un personaggio che porta un altro nome ma lavora nello stesso ufficio, ha proprio quel cane, veste proprio così. Cioè, è riconoscibile da se stesso o dagli altri (per approfondire la diffamazione a mezzo stampa puoi leggere questo articolo).

La soluzione è non essere ossessionati dalla precisione. La storia sarà comunque fedele al vissuto, anche se le ambientazioni, piccoli dettagli e i nomi delle persone cambiano un po’.
Qualcuno taglia la testa al toro e propende per la pubblicazione dell’autobiografia non con il proprio nome ma con uno pseudonimo. Se non si sa chi sia il vero autore, è impossibile riconoscere i personaggi della sua vita, presentati anch’essi con nomi di fantasia.

Tra l’altro un delicato intreccio di verità e romanzo rende ancor più interessante la storia, senza sacrificare nulla di quella catarsi che leggere della propria vita (soprattutto scritta da un altro) può procurare.

Quando abbiamo chiesto una consulenza alla nostra avvocata, la sua risposta è stata proprio questa: per essere sicuri al 100% conviene usare uno pseudonimo.

Se state partendo in quella mirabolante avventura che è la scrittura della proprio vita, tenete bene a mente queste indicazioni. In caso, meglio essere prudenti piuttosto che ritrovarsi all’improvviso gravati da una denuncia.


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