Spunti e idee

Storie incredibili e segreti svelati

Gli errori da non fare quando scrivi: i fili sospesi

Succede di rado, ma è capitato che dopo aver finito, a fatica, di leggere un libro, io l’abbia scagliato contro un muro, e la cosa che più mi ha fatto arrabbiare con l’autore era che avesse lasciato delle cose in sospeso, iniziate e non spiegate, lungo il racconto.

Questo è di gran lunga uno degli aspetti più delicati quando si scrive un libro, di quelli che rischiano di far sprecare una buona storia.

Tra l’autore e il lettore infatti si instaura un patto sacro: uno dei due racconterà una storia, libero di farlo a modo suo, e l’altro lo seguirà fino all’ultima pagina, fidandosi di lui. Il tuo lettore si aspetta che tu prenda (o inventi) un pezzo di vita e gliela faccia vivere, appagando la sua fantasia e la sua curiosità.

Il tradimento di questo patto non conosce perdono, perciò attento. Ti verrà naturale, mentre scrivi, lasciare qua e là degli accenni volutamente non chiari, allusioni che il lettore coglie e che aumenteranno la sua curiosità.

Ci sono tre cose che devi assolutamente fare con questi fili sospesi:

  1. Renderti conto di quelli che lasci
  2. segnarteli senza scordarne nessuno
  3. riallacciarli prima della fine.

Ti spiego meglio i singoli punti:

  1. Può capitare di non accorgersi nemmeno di aver lasciato una traccia, una mezza verità non chiara.
    Per es. se nel corso di un dialogo riferisci di un particolare sguardo di uno dei personaggi,
    non spiegabile in quella situazione.
    Magari tu l’hai buttato lì tanto per arricchire la scena, ma il lettore si aspetta di capire e lo terrà a mente, sicuro che prima o poi quello sguardo troverà una succosa spiegazione. Perciò presta attenzione.
  1. Ogni volta che un riferimento non è ben chiaro, segnalo per poi spiegarlo più avanti. È scontato che tu sappia cosa significa ogni cosa che accade nel tuo libro!
  1. Riallaccia tutti i fili, anche i più insignificanti: il lettore si sentirà appagato di aver capito tutto della storia e proverà il gusto di una vicenda compiuta.
    Come fare? Io scrivo su Word e ogni volta che dissemino queste tracce (che poi si chiamano
    metonimie) le evidenzio o inserisco un commento a lato: “riallacciare questo filo” magari aggiungendo un appunto su quale seguito voglio dargli.
    Anche se sono bucce di banana per chi se le lascia scappare, le metonimie vanno usate! Danno gusto alla lettura , intrigano, spingono il lettore a proseguire e lo tirano in ballo portandolo a immaginare il perché di quel fatto o – come nel mio esempio – di un certo sguardo. Guai a lasciarlo a bocca asciutta!


Ma se alla fine della storia tutto torna, il tuo libro lascerà senz’altro un buon ricordo. Il ricordo vivido di una storia vissuta per davvero.