Alla ricerca della creatività perduta: quali metodi usiamo per essere creativi
Mio fratello, quando giocava con i Lego e costruiva attrezzi di sua invenzione riadattando ciò che trovava in casa, legava la creatività alla soluzione di problemi.
Anni dopo io ero affascinato dai pittori surrealisti: pensavo alla creatività come a una musa che sussurrava agli artisti e li ispirava mentre dipingevano infervorati le loro opere.
Poi ho scoperto Jack Kerouac e in che modo aveva scritto il suo capolavoro “On the road”: su un rotolo di telescrivente lungo 36 metri in sole tre settimane. Mi immaginavo allora la furia creativa come un fiume in piena che travolge lo scrittore e lo inebria con la sua potenza.
Alla domanda “che cosa è la creatività?” è difficile dare una risposta univoca e chiara. La Treccani la definisce come
Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia.
Nessun accenno alla romantica concezione secondo cui la creatività colpisce l’uomo come una specie di trance.
Nel corso del tempo sono arrivato alla stessa concezione di Seth Godin (se non lo conosci, vatti subito a leggere il suo blog e il suo libro “La pratica”. Non te ne pentirai!).
Lui afferma che
La creatività è una scelta, non un fulmine che piomba giù da qualche altra parte.
La creatività è un processo che parte dall’analisi e dall’organizzazione degli elementi in nostro possesso.
Mi trova d’accordo: quando penso, per esempio, alla creazione di un calendario editoriale o alla scrittura di un articolo o saggio, prima di tutto guardo il materiale che ho già. Studio il pubblico a cui mi sto rivolgendo. Guardo il contesto in cui l’articolo o il libro andrà distribuito. Faccio una scaletta riassuntiva. E solo dopo mi metto all’opera e passo alla fase di scrittura vera e propria.
Quindi sì, la creatività è una pratica, è allenamento e disciplina. Pensare di essere folgorati all’improvviso e fare un capolavoro così, di punto in bianco, è pura follia.
Detto questo, ci sono giorni in cui si è senza energia, senza motivazione. Sarà capitato anche a te: ti senti svuotato, non riesci a svolgere i lavori che dovevi fare, e ti sembra come di essere diventato di colpo ottuso. Guardi lo schermo senza speranza, le frasi ti paiono banali, ogni progetto ti sembra inconcluso.
È quello che chiamano “il blocco dello scrittore” ma che in realtà riguarda ogni atto creativo in generale, che si parli di design, comunicazione, arte, architettura.
Per evitarlo ognuno cerca degli stratagemmi. Tutte le menti più eccelse hanno i loro segreti per risvegliare il cervello e continuare a stimolare la creatività senza sosta.
Oggi ti voglio svelare i piccoli trucchi che ho imparato nel corso degli anni e che utilizzo quotidianamente. Magari puoi copiarne qualcuno o prendere spunto per iniziare delle nuove abitudini creative.
1. Diari creativi
Quando li ho scoperti per la prima volta me ne sono innamorato! Dalla grafica affascinante un po’ retro, simile alle fanzine punk, questi libri propongono vari esercizi per indagare su te stesso e sviluppare il tuo lato creativo. Se svolti ogni giorno, aiutano molto e li trovo assolutamente divertenti.
Eccotene qualcuno che ho estrapolato qua e là:
- Scegli un colore. Vai in libreria e copia i titoli delle prime dieci copertine che vedi di quel colore.
- Vai al cinema. Disegna al buio.
- Scrivi un finto annuncio per un prodotto che vorresti esistesse.
- Elenca le 5 cose che ti piace odiare.
Se deciderai di comprarne uno, ti elenco qui i miei tre titoli preferiti:
- “Accendi le tue idee” di Austin Kleon;
- “Distruggi questo diario” di Keri Smith;
- “Scrivi poi brucia” di Sharon Jones.
2. Carte Intùiti
Amo le carte da gioco. In particolare i tarocchi mi hanno sempre entusiasmato per il loro lato magico e arcano. Ho approfondito questo mondo leggendo Jodorowsky, cercando di capire cosa si nascondesse dietro quelle figure misteriose. Li ho usati per prevedere il futuro o conoscere meglio un aspetto della mia personalità, trovandoli sempre molto utili. In più il fatto che siano tascabili e che possa portarli sempre con me mi dà una confortante sensazione di sicurezza.
Matteo di Pascale, con la sua casa editrice Sephirot, ha creato le carte Intùiti proprio per avere uno strumento per sviluppare la creatività.
Per descriverle userò le parole dello stesso autore:
Intùiti propone suggestioni mirate, ottenute dall’analisi dei Tarocchi, che sono una ricca collezione di archetipi. Non ha uno scopo divinatorio: ogni carta riprende un modello di pensiero che appartiene alla nostra cultura e diventa uno stimolo potente capace di mettere in moto processi creativi e ispirazionali.
Intùiti è una sintesi di Design, Tarocchi, Numerologia e Psicologia della Forma.
È al tempo stesso un gioco serio e uno strumento potente che non tratta l’atto creativo secondo schemi rigidi, ma ne enfatizza il suo lato luminoso.
Sono carte di buona fattura con dei disegni splendidi, coloratissimi, capaci di evocare nella mia mente migliaia di collegamenti.
Ogni volta che le uso il risultato che ne sgorga non è mai scontato. Mi fa riflettere su aspetti miei e della mia vita attraverso lenti sempre diverse. Si possono usare per questioni personali ma anche lavorative, e vanno benissimo per sviluppare il pensiero laterale.
Ci sono svariati modi per adoperarle e non stufano mai. A volte semplicemente le dispongo davanti a me e mi lascio ispirare dalle illustrazioni.
Se vuoi saperne di più, fatti un giro sul loro sito.
3. Passeggiare
La scienzata dell’apprendimento e del comportamento Marily Oppezzo ne è fermamente convinta: per riattivare il flusso creativo può bastare una semplice passeggiata (il video del suo Tedx lo spiega bene).
A me e Giuseppina piace stare in forma e abbiamo anche bisogno di ossigenare il cervello e prepararci al meglio per il lavoro di scrittura che svolgiamo ogni giorno. Per questo abbiamo fatto nostra l’abitudine di andare a passeggiare tutti i giorni dopo colazione, anche solo per 20 minuti.
Gli effetti si sentono subito: il corpo è più rilassato, la felicità è alle stelle e i pensieri scorrono più fluidi. Quando mi rimetto alla scrivania, riesco a entrare subito in quello stato mentale in cui le idee fluiscono una dopo l’altra senza intralci.
Così posso affrontare una lunga giornata di lavoro piena di creatività.
Come diceva Giovenale: “Mens sana in corpore sano”.
(Che fai ancora lì a leggere? Esci subito fuori a passeggiare!)
4. Cambiare luogo
Gli esseri umani sono abitudinari e tendono ad associare un determinato luogo a una precisa abitudine: il divano per guardare la televisione, la cucina per mangiare, la camera da letto per dormire e così via. Se siamo in un periodo nero per la creatività che si prolunga nel tempo, inconsciamente associamo il luogo in cui lavoriamo a questo blocco creativo, in un loop da cui non siamo capaci di uscire.
La soluzione, se abbiamo la possibilità di farlo, è quella di cambiare il luogo abituale in cui siamo soliti dare sfogo alla creatività.
Se solitamente stai a casa, esci e prova a svolgere la tua attività in un bar o in un luogo all’aperto, se la stagione lo consente. Mare, laghi, fiumi e boschi sono pieni di ioni negativi, essenziali per la tua salute e il tuo cervello.
Se invece devi per forza stare a casa, puoi cambiare stanza. Solitamente scrivi nel tuo studio? Vai a farlo in taverna. Dipingi sempre in sala? Allora vai a farlo in soffitta.
Un cambiamento minimo come questo fa sì che il cervello sia più libero dai soliti segnali ambientali a cui è abituato.
Il risultato? Una botta di creatività da gustarsi tutta d’un fiato!
5. La costanza
Forse non sai che il cervello è un vero e proprio muscolo e alcune aree si potenziano a seconda dell’uso. Per esempio nei musicisti il cervelletto — fondamentale per i movimenti fisici — è più grande rispetto a quello dei non musicisti. I matematici invece sviluppano il lobo parietale inferiore, essenziale per le operazioni di calcolo.
Se però a un certo punto non svolgiamo più queste attività, quell’area del cervello ritorna delle dimensioni normali.
Insomma tutto funziona esattamente come un muscolo, proprio come quando in palestra alleniamo i bicipiti con i manubri.
Sulla base di questo, l’ultimo consiglio che ti posso dare è quello di essere costante, di allenarti quoditidianamente con l’attività creativa che svolgi di solito. Più lo farai, più il tuo cervello reagirà in maniera pronta. Sarai più produttivo e avrai più fiducia in te stesso.
Autori come Marisa Peer e James Clear mettono la costanza e il lavoro quotidiano come la chiave per instaurare nuove abitudini e avere successo. L’ho provato su me stesso e non posso che dar loro ragione. Quindi ricorda: fai il lavoro a cui sei abituato anche per poco, solo cinque minuti, ma fallo ogni santo giorno.
Ti invito a provare queste tecniche e dirmi quali su di te funzionano meglio.
Sei a conoscenza di altri trucchetti per dare uno sprint alla creatività? Allora fammelo sapere nei commenti, sono curioso!
(Articolo di Stefano Murari)